“Esta magnifica obra maestra lleva allì siglos, quizá es la mayor obra del hombre en todo el mundo occidental, no obstante, no tiene firma: "Chartres." la celebración de la gloria de dios y de la dignidad del hombre. todo lo que queda, asì parecen pensar los artistas de hoy, es el hombre: desnudo, pobre, miserable.
ya no hay celebraciones, el nuestro, nos dicen los científicos, es un universo desechable.
quizás sea esta gloria anónima, entre todas las demás cosas, este rico bosque de piedra, este canto épico, este gozo, este grandioso salmo de afirmación, lo que elijamos cuando nuestras ciudades sean sólo polvo y que, permaneciendo intacto, indique dónde estuvimos y testifique cuanto en nosotros, aùn hay que cumplir.
nuestras obras en la piedra, en lienzos o impresas, apenas perduran una décadas, o un milenio, o dos. pero todo debe caer, finalmente, bajo la tierra, o consumirse hasta la definitiva ceniza universal: triunfos y engaños, tesoros y fraudes.
es la realidad de la vida: todos tenemos que morir.
"sed alegres" claman los artistas muertos desde el vivo pasado.
todos nuestros cantos serán silenciados. pero… ¿y qué importa? seguimos cantando.
quizás el nombre de un hombre no importe tanto.”
“questo maginifico capolavoro d’arte è li da secoli, è forse la maggiore opera dell’uomo in tutto il mondo occidentale, eppure non è firmato: chartre. un inno alla gloria di dio e alla dignità dell’uomo. tutto ciò che resta, così sembrano pensarla gli artisti di oggi, è l’uomo: nudo, povero e totalmente indifeso.
non ci sono inni da sciogliere, il nostro – gli scienziati non fanno che ripeterlo – è un universo disponibile;
forse quando tutte le nostre città saranno polvere, sceglieremo quest’anonima gloria di tutte le cose, questa sfarzosa foresta di pietra, questo epico canto, quest’eleganza, questo maestoso, corale, canto di affermazione; lo sceglieremo per sentirci ancora vivi, pregheremo perchè resti in piedi a significare il nostro passaggio, a testimoniare quanto vi è ancora in noi da compiere.
le nostre opere nella pietra, sulla tela, o nella stampa, di rado vengono risparmiate per qualche decennio, o per un millennio o due, ma alla fine ogni cosa viene annullata dalla guerra o si cancella nell’ineluttabile cenere universale: trionfi e inganni, tesori e falsi.
è la realtà della vita:dobbiamo morire. ma siate allegri: dal passato vivente ci giungono le grida degli artisti morti.
tutte le nostre canzoni verranno messe a tacere, ma cosa importa? continuiamo a cantare. forse il nome di un uomo non è poi cosi importante.”