renato schifani secondo “el paìs” / renato schifani segùn “èl paìs”

aqui el enlace a un articulo de "el paìs" del 29 de abri: Schifani, colaborador de Berlusconi, nuevo presidente del senado italiano

 


il quotidiano che leggo qui in spagna, "el paìs", aveva pubblicato un articolo sui rapporti tra schifani e la mafia il 29 aprile scorso: sopra c’è il link dell’articolo originale, qui sotto vi riporto la traduzione in italiano:

 

Schifani, collaboratore di Berlusconi, nuovo presidente del Senato italiano. 
L’apertura ufficiale della XVI legislatura culminerà, presumibilmente domani, con la nomina del presidente della Camera dei Deputati.
Renato Schifani, candidato del Popolo della Libertà, è stato eletto oggi presidente del Senato italiano con 178 voti a favore, 117 astenuti e tre nulli. Stretto collaboratore di SilvioBerlusconi, è riuscito ad ottenere quattro voti in più di quelli previsti dai partiti che lo appoggiano.
 
Il candidato conservatore ha ottenuto la presidenza del Senato alla prima votazione della
camera alta, dopo l’apertura in settimana della XVI legislatura italiana. Emma Bonino,invece, è riuscita ad ottenere tredici voti mentre un’altra decina si sono suddivisi tra varisenatori.
 
I parlamentari della destra italiana, rappresentata dal Popolo delle Libertà (PDL), la LegaNord e il Movimento per l’Autonomia, vincitori delle elezioni politiche, hanno applaudito l’elezione di Schifani quando questo aveva raggiunto i 162 voti necessari per ottenere lapresidenza del Senato.
 
La proclamazione ufficiale è stata data dal senatore più anziano, l’ottantenne Giulio Andreotti, dopo la rinuncia del premio Nobel Rita Levi Montalcini. 


La Camera, in attesa
 
In seguito all’elezione del presidente del Senato, dovrà essere nominato quello della
Camera dei Deputati, carica per la quale il PDL presenta Gianfranco Fini, di 56 anni e
presidente del partito di destra Alleanza Nazionale, che ha corso per le elezioni all’interno
della lista di Berlusconi. L’elezione, secondo le previsioni, non si concluderà fino a domani in
vista della quarta votazione: la legge prevede che nelle prime tre si necessiti la maggioranza
dei tre quarti e nella successiva solo la metà più uno del suffragio.
 
Un siciliano a senso unico
 
Renato Schifani arriva alla Presidenza del Senato italiano dopo più di quattordici anni di
politica e con una carriera marcata da un appoggio incondizionato sul futuro presidente del
Paese, Silvio Berlusconi, diventando uno dei suoi uomini di fiducia.
 
Nato a Palermo, la capitale siciliana, l’11 maggio 1950 e avvocato di professione, entrò a far
parte del progetto di Forza Italia nel 1995 e fu eletto senatore un anno dopo nella sua
regione natale, carica che ha mantenuto nelle ultime tre legislature e nelle quali, dal 2001, ha assunto il ruolo di capogruppo di Forza Italia.
Schifani è diventato il volto di Forza Italia per i suoi ripetuti appoggi e dichiarazioni pubbliche
a favore di Silvio Berlusconi, paragonandolo al Conte Cavour, uno dei principali promotori
dell’unità d’Italia nel XIX secolo, per controbattere alle accuse sul conflitto d’interessi che
pesavano sopra “Il Cavaliere”. Il nuovo presidente del Senato ricordò in quella occasione che Cavour occupò diverse cariche politiche e che, a sua volta, era un importante proprietario terriero e proprietario di un giornale, un paragone che ha scatenato diversecritiche e che lo stesso Berlusconi ha chiesto di evitare.
 
Nonostante la sua posizione all’interno del partito, riconvertito negli ultimi comizi in Popolodelle Libertà (PDL), assieme ad Alleanza Nazionale, Lega Nord e il siciliano Movimento per l’Autonomia, non ha occupato alcun carico ministeriale, un obiettivo per il quale, lui stesso ha assicurato, non ha mai aspirato.
 
A livello politico, Schifani è stato uno dei protagonisti della stabilizzazione del regime carcerario speciale per mafiosi e terroristi, conosciuto come articolo 41 bis. Questa misura prevede che i condannati per quei delitti non possano godere degli stessi benefici penitenziari previsti dalla legge, come la semi-libertà, salvo che non si convertano in pentiti e collaboratori di giustizia. Inoltre, è stato autore del Lodo Schifani, mediante il quale fu concessa l’immunità al Presidente della Repubblica, del Governo, di entrambe le camere e della Corte Costituzionale durante il loro mandato. Tale lodo fu dichiarato in seguito illegittimo dalla Corte Costituzionale.
 
Il suo nome, tuttavia, è stato associato dalla stampa italiana con la criminalità organizzata siciliana, dato che negli anni ottanta fu socio in una compagnia nella quale figuravano Nino Mandalà, boss del clan mafioso di Villabate, e Benny d’Agostino, imprenditore legato allo storico dirigente di Cosa Nostra Michele Greco.

 

 

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